giovedì 14 luglio 2011

Da Calalzo a Verona con tappa al Bike Festival

Dopo ben 2 mesi, trovo finalmente il tempo di raccontarvi della nostra 4 giorni in bicicletta con partenza da Calalzo e arrivo a Verona.

Giovedì 28 aprile

Partenza da Verona con treno alle 6.00 di mattina e arrivo alla stazione di Pieve di Cadore-Calalzo-Cortina alle 10.47 con cambio e brioches a Mestre. Scendere e salire dai treni con le bici così cariche è più faticoso che pedalare. Arrivati a Pieve, dopo una sosta tecnica da un meccanico (per auto) ci si immette quasi subito nella ciclabile, fino ad arrivare a Cortina senza difficoltà. Il cielo è coperto ma ci grazia.

A Cortina, quasi deserta, necessaria sosta per rifocillarsi e poi si riparte per Dobbiaco. Decidiamo di evitare la pista ciclabile, sterrata e in discesa, anche con punti piuttosto ripidi, perché ci rendiamo conto che sarebbe una sofferenza più che un divertimento, ma dobbiamo pedalare sulla SS51 Cortina-Dobbiaco condividendola con macchine e camion che vanno a tutta in salita. In più comincia a piovere!!

Sinceramente la pioggia non è nemmeno tanto fastidiosa. Completamente impermeabili come siamo potrebbe venire giù il finimondo e saremmo all'asciutto... il giorno successivo lo dimostreremo...

Dopo Passo Cimabanche con simpatica discesa si arriva a Dobbiaco, dove pernottiamo nell'ex Grand Hotel ora trasformato in ostello dopo aver mangiato nell'unico posto aperto in un paese praticamente fantasma.

Venerdì 29 aprile

Si parte di mattina senza troppa fretta imboccando immediatamente la ciclabile che porta in Val Pusteria e giù fino a Brunico. Questa parte del giro è sicuramente la più bella. La costante leggerissima discesa non ti fa stancare e la valle ti si apre davanti con un panorama bellissimo.

Forse perdiamo un po' troppo tempo in questa fase e arriviamo a Brunico verso la tarda mattinata, mangiamo qualcosa e il tempo peggiora sensibilmente. Ripartiamo, ancora non piove e la strada da fare è ancora tanta. Arriviamo a Rio Pusteria che sono praticamente le 14, fuori tira un vento per nulla rassicurante e io comincio a dubitare di riuscire ad arrivare a Bolzano. Mangiamo. Questa è l'ultima foto che ho fatto. Dopo solo crisi di panico da scoraggiamento!

Il problema è che la pista ciclabile, sempre curata e impossibile da perdere, qui fa un giro alquanto tortuoso, facendoti risalire fino a Fortezza per poi farti scendere su sterrato fino a Varna dove si riprende l'asfalto verso Bressanone. Se non fossi stata così stanca forse avrei apprezzato di più il passaggio tra i castagni e la variazione “gravel” ma ero un po' fuori di testa. Per fortuna Marcello ha trovato motivazioni convincenti, tra cui l'ancora di salvezza di un treno eventuale, che non avrei mai preso, ma forse il sapere che c'era mi ha fatto resistere.

Poi ho visto l'indicazione “Bolzano 45 km” e ho deciso che ce la facevo.

Quindi arriviamo a Bressanone. E qui si scatena il diluvio universale. Da qui a Bolzano è stata solo pioggia a catinelle, che ha smesso pochi chilometri prima della meta. Ovviamente.

Nel tragitto da Dobbiaco a Bolzano abbiamo incontrato una varia fauna di ciclisti, in allenamento e semplicemente in movimento, donne, tante, bambini con casco e cartella in giro da soli, cittadini che si spostavano a Brunico e Bressanone, mamme coi figli, sotto la pioggia senza grossi problemi. La pista ciclabile è comunque popolata, sfruttata, in un modo che da noi non riuscirei nemmeno ad immaginare.

Anche questa volta, comunque, dopo un po', se non fosse per i guanti fradici, la pioggia smette di essere un fastidio e diventa semplicemente una caratteristica della giornata. come direbbe lo Zio in queste situazioni un abbigliamento tecnico di qualità è molto importante. Ti salva la giornata, l'umore e anche la salute... E il nostro era decisamente all'altezza.

Dormiamo in ostello e mangiamo alla Birreria Hopfen, consigliata dall'ottimo Antonino possessore di agenda con indirizzi pronti all'uso immediato, utilissima a due devastati dalla stanchezza e affamati come lupi. Non avremmo avuto la forza nemmeno di decidere dove mangiare. E poi Marcello era diventato cieco per tutta l'acqua entrata negli occhi (effetto dilavamento del sale da sudore che cola negli occhi con la pioggia...)!

Si mangia benissimo e soprattutto si beve ottima birra. E in effetti si dorme da dio, disturbati solo dal russare del simpatico vecchietto della coppia di polacchi con cui dividiamo la stanza, in vacanza in Italia, noi supponiamo in occasione della beatificazione di papa polacco!

Sabato 30 aprile

E adesso si pedala verso Riva del Garda! Percorso ciclabile Imperatrice Maria Teresa fino a Trento e poi Val d'Adige fino al bivio per il lago di Garda, con salita a passo San Giovanni e discesa a picco verso Riva.

Sicuramente questo tratto di ciclabile è molto più noioso, ma ce lo godiamo in tranquillità, senza fretta.

Da Trento in avanti c'è anche il sole, il passaggio al Lago di Loppio movimenta il paesaggio.

E in un attimo siamo in vista del lago. E molto felici.

Della serata al Bike Festival già sapete. Diciamo che è stata abbastanza movimentata, soprattutto dal punto di vista alcolico. Ok, una volta all'anno avrò il diritto di ubriacarmi!?!?! Per fortuna in ostello abbiamo una stanza singola. Purtroppo il bagno è fuori.

Domenica 1 maggio

Giornata spettacolare. Si riparte con un attimo di fatica. Bisogna risalire a Passo San Giovanni per riprendere la ciclabile della Val d'Adige. Mi sorge il dubbio che se la sera prima avessi bevuto meno e dormito di più magari farei meno fatica. Forse. Ma alla fine è un dolore breve. Si riprende la ciclabile dell'Adige, dritta come una fucilata e quindi abbastanza noiosetta ma c'è il sole, siamo contenti, abbiamo un pieno totale di endorfine.

La ciclabile si conclude a Borghetto per riprendere a Canale, dove c'è un tratto bello in piedi che porta fino a Rivoli Veronese. Tratto di ciclabile curatissimo, con punti panoramici e tavoli per il picnic.

Speriamo che portino a termine in fretta il progetto e concludano il pezzo Borghetto – Canale che oggi ancora manca. A Rivoli prendiamo la ciclabile che ci porta fino al Bicigrill di Affi, dove ci fermiamo a mangiare. A Ragano riprendiamo la ciclabile dei canali e in un attimo siamo a Verona.

Quei 4 giorni sono passati troppo in fretta. Viaggiare in bicicletta dà un senso di libertà e di pace unico, ti fa sentire parte della natura immergendoti in essa e rallentando i tuoi ritmi. Mi fa sentire bene. Farlo con la persona che amo ancora di più.

domenica 3 luglio 2011

Ciclovia Alpe Adria -Tarvisio UD

























Se andate in Friuli per vacanza ,la ciclovia Alpe Adria è una tappa obbligata del biker ciclo-escursionista. Capolavoro ingegneristico costruita a cavallo tra '800 ed il '900 , rappresenta un'opera davvero notevole di ciclabile su vecchie ferrovie dismesse.
Dal sito dedicato leggo che il presidente delle ciclovie del Regno Unito (da grande voglio fare questo lavoro...) l'ha definita "il percorso più suggestivo d'Europa , nel suo genere".
Io con Andrea e 2 amici dell'Etnafreebike di Catania , Roberto e Carmelo , abbiamo pedalato per circa 80 km per un dislivello di circa 1000 metri, quasi tutti concentrati nel tratto Chiusaforte ed il passo di Sella Nevea , lasciando la belleza di pedalare per tutto il resto del tratto in leggera discesa... come bersi una birra comodi comodi sulla poltrona della propia sella con un film di belle immagini che scorrono davanti a se...uno sballo !
Molto curiosa la struttura in legno appena fuori Tarvisio per la "conta " dei ciclisti che passano su questa ciclabile . Inoltre da Tarvisio, sempre in bike si possono attraversare i confini di Slovenia ed Austria con tanti altri sentieri.